Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Ricordo di Luigi Dalmasso  Ottobre 2011   Torna alle categorie

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Luigi Dalmasso, ricordo

Luigi DALMASSO‭ (‬Saluzzo‭ ‬1937,‭ ‬Cuneo‭ ‬2011‭)


Quando una persona se ne va,‭ ‬soprattutto se questo avviene improvvisamente,‭ ‬si affollano pensieri,‭ ‬ricordi,‭ ‬emozioni.
A me è successo più volte,‭ ‬a causa dell’età o di una militanza‭ (‬usiamo ancora questo termine‭) ‬che dura,‭ ‬oramai,‭ ‬da quasi quarantacinque anni,‭ ‬ricordare persone che sono scomparse,‭ ‬a cominciare dall’amico Alessio Revelli,‭ ‬a Boves,‭ ‬nel‭ ‬1990,‭ ‬sino,‭ ‬lo scorso anno,‭ ‬a distanza di sei giorni l’uno dall’altro,‭ ‬Giampaolo Valt e Gianni Abbadessa.
‭ ‬Ogni volta nasce un imbarazzo,‭ ‬quasi un senso di colpa,‭ ‬dato dall’essere in vita quando,‭ ‬per altri,‭ ‬questa‭ (‬Catullo diceva‭ ‬brevis lux‭) ‬non c’è più e per sempre.
‭ ‬Ho conosciuto Luigi oltre quarant’anni fa.‭ ‬La prima immagine è quella di lui come‭ ‬maestro.
‭ ‬Erano quelli anni di grande crescita e trasformazione della scuola,‭ ‬di messa in discussione di metodi e contenuti che,‭ ‬per decenni,‭ ‬erano parsi intoccabili.‭ ‬La‭ ‬Lettera a una professoressa‭ ‬della scuola di Barbiana,‭ ‬letta d’un fiato,aveva avuto su noi un impatto lacerante‭; ‬importanti erano gli scritti e la attività di Mario Lodi‭ (‬Il paese sbagliato,‭ ‬C’è speranza se questo accade a Vho‭)‬:
Distruggere la prigione,‭ ‬mettere al centro della scuola il bambino,‭ ‬liberarlo da ogni paura,‭ ‬dare motivazioni e felicità al suo lavoro,‭ ‬creare intorno a lui una comunità di compagni che non gli siano antagonisti,‭ ‬dare importanza alla sua vita e ai sentimenti più alti che dentro gli si svilupperanno.
Mario LODI,‭ ‬Il paese sbagliato,‭ ‬diario di un’esperienza didattica,‭ ‬Torino,‭ ‬Einaudi,‭ ‬1970.‭   
 E quante discussioni dopo il film televisivo sul‭ ‬Maestro di Pietralata‭ ‬che ci diceva come la scuola dovesse partire dalle conoscenze dirette,‭ ‬dalle esperienze,‭ ‬dal contesto familiare e sociale degli alunni e delle alunne‭!
Luigi lavorava in questo ambito.‭ ‬Maestro a Spinetta e a Cuneo lavorava per una scuola attiva,‭ ‬per costruire il tempo pieno,‭ ‬per la partecipazione delle famiglie per responsabilizzare le classi che gli erano affidate.‭ ‬Partecipazione era,‭ ‬allora,‭ ‬la parola più usata.
Anche a Cuneo,‭ ‬si era formato il Movimento di cooperazione educativa‭ (‬MCE‭) ‬ed anche a Cuneo era nata e cresciuta,‭ ‬come elemento profondamente innovativo,‭ ‬la CGIL scuola.‭ ‬Ricordo le tante riunioni,‭ ‬le discussioni che duravano ore:‭ ‬lo stato giuridico degli insegnanti,‭ ‬la riforma della scuola,‭ ‬data tante volte per prossima,‭ ‬i decreti delegati.‭ ‬Ancora gli interventi ai congressi‭; ‬in uno,‭ ‬a fine anni‭ ’‬70,‭ ‬Luigi aveva suscitato polemiche e qualche mugugno,‭ ‬chiedendo un impegno‭ “‬totalizzante‭” ‬dei/delle docenti.
‭ ‬Quindi,‭ ‬il‭ ‬PCI,‭ ‬partito che,‭ ‬nella prima metà degli anni‭ ’‬70,‭ ‬cresceva,‭ ‬interpretava le esigenze di cambiamento,‭ ‬sociale,‭ ‬politico,‭ ‬istituzionale,‭ ‬morale,‭ ‬di tanta parte della società.‭ ‬Questo accadeva anche a Cuneo,‭ ‬dove il partito rompeva gli steccati,‭ ‬raccoglieva,‭ ‬a differenza dei decenni precedenti,‭ ‬settori importanti dell’intellettualità cittadina,‭ ‬delle professioni,‭ ‬del mondo cattolico.‭
Luigi viveva questa crescita,‭ ‬i successi elettorali‭ (‬1974‭ ‬referendum sul divorzio,‭ ‬1975‭ ‬amministrative,‭ ‬1976‭ ‬politiche‭)‬,‭ ‬le feste partecipatissime,‭ ‬le sedi che,‭ ‬per una breve fase,‭ ‬si erano moltiplicate in città.‭ ‬Poi,‭ ‬anche,‭ ‬le difficoltà,‭ ‬il vento che nella seconda metà del decennio e ancor più in quello successivo,‭ ‬si modificava nella società,‭ ‬nella politica,‭ ‬nella cultura.‭ ‬Negli anni‭ ’‬80‭ ‬era segretario della sezione di Cuneo,‭ ‬precedendo un’altra figura che molto ci manca,‭ ‬Mario Soglio,‭ ‬e svolgeva l’incarico con impegno e continuità.‭ ‬Non senza delusioni:‭ ‬la non elezione,‭ ‬per due volte,‭ ‬alla carica di consigliere comunale,‭ ‬ma,‭ ‬ancor più le trasformazioni,il cambiamento del partito in cui non trovava più parte di quelle motivazioni che aveva vissuto nei decenni precedenti.
Dopo lo scioglimento del PCI,‭ ‬ad inizio‭ ‬1991,‭ ‬lo avevo incontrato in piazza Galimberti e avevamo parlato a lungo.‭ ‬Continuava a ripetermi‭ ‬Il cerchio si chiude,‭ ‬alludendo a premesse e scelte degli anni precedenti che avevano portato a quel risultato,‭ ‬a quel vuoto.‭ ‬Lo preoccupavano e colpivano,‭ ‬soprattutto,‭ ‬in quella fase,‭ ‬il progressivo sdoganamento politico del fascismo,‭ ‬le riabilitazioni,‭ ‬i giri di valzer di tanti intellettuali con esponenti del MSI e dell’estrema destra.‭ ‬Ancor più,‭ ‬in seguito,‭ ‬sarebbe stato colpito dalla presenza di queste formazioni nei governi e dalle affermazioni sui‭ ‬Ragazzi di Salò.
Se vale un piccolo ricordo personale,‭ ‬il passaggio del MSI da piccolo‭ (‬localmente‭) ‬partito di minoranza a formazione influente sulle maggioranze locali e nazionali,‭ ‬suscita lacerazioni in tanti antifascisti ed ex partigiani.‭ ‬Sono a Mondovì,‭ ‬nell’autunno‭ ‬1993,‭ ‬il pomeriggio dello spoglio per le elezioni comunali.‭ ‬I fascisti in comune‭!‬,‭ ‬I fascisti in comune‭!‬,‭ ‬mi ripete ossessivamente l'amico Umberto Oggerino,‭ ‬alludendo all’ingresso nel ballottaggio della coalizione che comprende,‭ ‬per la prima volta,‭ ‬il MSI.‭ ‬Determinante in questo antifascismo totale e senza compromessi,‭ ‬l’esperienza familiare:‭ ‬il padre,‭ ‬Giuseppe,‭ ‬arrestato a Cuneo nel‭ ‬1943,‭ ‬era scomparso a Gusen‭ ‬1,‭ ‬nei primi mesi del‭ ‬1945.
Ancora un aneddoto personale.‭ ‬Circa dieci anni fa,‭ ‬la sera del‭ ‬24‭ ‬aprile,‭ ‬un tremendo temporale impedisce,‭ ‬a Cuneo,‭ ‬lo svolgimento della tradizionale fiaccolata.‭ ‬Passando davanti al parco della Resistenza,‭ ‬incontro Luigi che inveisce contro chi ha deciso di non tenere il corteo‭ (‬in quelle condizioni‭!)‬,‭ ‬spostando l'intera l’iniziativa al teatro Toselli.‭ ‬Con Luigi,‭ ‬Marcello Faloppa e altri/e,‭ ‬avevamo tentato,‭ ‬nel‭ ‬2001,‭ ‬la costruzione del circolo‭ ‬Sinistra oggi,‭ “‬ponte‭” ‬tra chi aveva compiuto scelte organizzative differenti.‭ ‬Ci incontravamo a Fossano,‭ ‬nella vecchia sede della vecchia‭ ‬Società operaia.‭ ‬Luigi,‭ ‬a quanto ricordo,‭ ‬più di ogni altro,‭ ‬aveva contribuito a scrivere lo statuto della associazione che avrebbe svolto attività sino al‭ ‬2004.‭
 Quindi,‭ ‬Rifondazione,‭ ‬nelle note difficoltà,‭ ‬nella piccola spartana‭ (‬ieri e oggi‭) ‬sede di Via Saluzzo,‭ ‬nel palazzo che ci è molto caro anche perché fu sede del PCI clandestino,‭ ‬in un intreccio di esperienze,‭ ‬storie,‭ ‬linguaggi,‭ ‬riferimenti diversi,‭ ‬ma che era bello cercare di fondere,‭ ‬sintetizzare,‭ ‬valorizzare per tentare la sintesi fra la grande,‭ ‬anche se contraddittoria,‭ ‬storia alle nostre spalle e le emergenze di un mondo in cui si aprivano nuove e drammatiche contraddizioni.
Dal‭ ‬1993‭ ‬al‭ ‬1996‭ ‬era segretario del circolo di Cuneo.‭ ‬Collaborava soprattutto al giornalino mensile che Andrea Patrone puntualmente ciclostilava e che mandavamo a centinaia‭ (‬poi migliaia‭) ‬di indirizzi.‭
 Nel‭ ‬1995‭ ‬diveniva consigliere comunale nella lista Cuneo Viva che vinceva le comunali.‭ ‬Commissioni tutti i giorni perché,‭ ‬se si manca a queste‭ ‬non si è preparati in Consiglio.‭ ‬Era in maggioranza nel primo anno,‭ ‬sino alla rottura‭ (‬1996‭)‬,‭ ‬dovuta ad alcune scelte amministrative,‭ ‬ma soprattutto alla presenza in Giunta della‭ ‬Lega nord‭ ‬che aveva proclamato‭ ‬l’indipendenza della‭ ‬Padania‭ ‬e costituito il‭ ‬parlamento di Mantova.‭
 Nelle successive elezioni comunali,‭ ‬manteneva questa posizione critica,‭ ‬candidandosi in una lista civica guidata da Roberto Baravalle e di cui facevano parte Salvatore Vecchio e Marinella Morini,‭ ‬altra persona che ci manca molto e la ribadiva,‭ ‬nel‭ ‬2002,‭ ‬essendo capolista nello sfortunato tentativo della lista‭ ‬Sinistra alternativa.
‭ ‬In un breve video,‭ ‬passato in alcune reti televisive,‭ ‬presentava questa lista non tanto su temi,‭ ‬contenuti,‭ ‬ma come composta da persone semplici,‭ ‬che lavoravano,‭ ‬che non pensavano a cariche,‭ ‬onori,‭ ‬vantaggi personali.‭ ‬Erano parole simili a quelle che avrebbe usato,‭ ‬nel cimitero di Confreria e S.‭ ‬Pio,‭ ‬per l’orazione funebre a Pietro Palmero,‭ ‬esemplificazione di quello che un tempo avremmo chiamato‭ ‬militante di base,‭ ‬le stesse,‭ ‬ancora,‭ ‬usate durante la presentazione del libro su Giovanni Barale,‭ ‬segretario del Partito comunista illegale,‭ ‬ucciso,‭ ‬con il figlio Spartaco,‭ ‬nella battaglia di Boves.
‭ ‬Luigi scriveva bene,‭ ‬in modo preciso,‭ ‬elegante,‭ ‬forbito,‭ ‬un po‭' ‬ricercato.‭ ‬Lo ricordo con l’immancabile pipa‭ (‬Se in sede non si può fumare,‭ ‬me ne vado‭)‬ e con la stilografica,‭ ‬cosa oggi molto inusuale,‭ ‬che estraeva sempre dalla tasca della giacca,‭ ‬dicendo:‭ ‬Con la stilografica si scrive molto meglio,‭ ‬è tutta un’altra cosa.
‭ ‬Luigi ha scritto un libro di versi,‭ ‬trascritto una raccolta di leggende,‭ ‬racconti,‭ ‬fiabe,‭ ‬Piccole storie di servan,‭ ‬masche e diavoli,‭ ‬ha raccolto e introdotto,‭ ‬in uno dei quaderni del CIPEC,‭ ‬le lettere che,‭ ‬dal confino,‭ ‬Giovanni Barale scriveva alla moglie e ai figli,‭ ‬ancora,‭ ‬in una collana sulla Resistenza cuneese e nel volume dedicato ai garibaldini,‭ ‬una breve biografia dello stesso Barale.‭ ‬Ancora le decine e decine di articoli su tanti giornali cuneesi,‭ ‬in particolare su quelli di partito e per decenni,‭ ‬sul settimanale‭ “‬La Masca‭”‬.‭
 Negli ultimi anni,‭ ‬Luigi si era chiuso,‭ ‬quasi isolato.‭ ‬Pesavano le condizioni di salute,‭ ‬il suo carattere introverso,‭ ‬ma anche le delusioni per la situazione complessiva,‭ ‬lo sdegno per le sconcezze che ci circondano,‭ ‬per il degrado della politica,‭ ‬che per noi resta parola bella e alta,‭ ‬per la trasformazione del ruolo e della funzione dei partiti.‭ ‬L’ho più volte,‭ ‬invano,‭ ‬invitato a nostre iniziative,‭ ‬soprattutto a quella,‭ ‬non retorica e non auto celebrativa,‭ ‬per i vent’anni di‭ ‬Rifondazione.‭ ‬Abbiamo scritto per tutti e tutte coloro che hanno contribuito alla nascita del PRC,‭ ‬qualunque scelta abbiano compiuto in seguito,‭ ‬un piccolo‭ “‬diploma‭”‬.‭ ‬Luigi non è mai passato a ritirarlo e sarà nostro dovere portarlo alla famiglia.
‭ ‬L’ho visto l’ultima volta parecchie settimane fa,‭ ‬sotto i portici del palazzo della Provincia,‭ ‬una mattina di sole.‭ ‬La pipa,‭ ‬i giornali sotto braccio,‭ ‬il sorriso un po‭' ‬scettico.‭ ‬Fate bene,‭ ‬ma‭…‬,‭ ‬Sì,‭ ‬è giusto,‭ ‬però‭… ‬Il solito disgusto,‭ ‬esteso a largo raggio,‭ ‬per l’andazzo corrente.‭ ‬Lo saluto oggi,‭ ‬come quel giorno:‭ ‬Ciao Luigi,‭ ‬fatti sentire.

Cuneo,‭ ‬ottobre‭ ‬2011


Sergio Dalmasso